Le origini dell'isola
Le origini vulcaniche
Le origini degli abitanti
Il suo nome originario era Pandataria che in greco significa: "dispensatrice di ogni bene". La presenza dell'uomo sull'isola è testimoniata a partire dal tardo neolitico (4.000 anni fa)in quanto si trovava sulla rotta dell'ossidiana (materiale per la realizzazione di lame e utensili). Dalla fine del I secolo avanti Cristo iniziò la costruzione della villa imperiale augustea, con annesso un porto e una peschiera. In seguito la villa fu usata per l'esilio di esponenti della famiglia imperiale. Dopo il I secolo dopo Cristo iniziò l'abbandono dell'isola.
Nel medioevo si registra la presenza di Monaci cistercensi, alcuni dei quali mandati al confino perché indesiderati all'Ordine. Anche in quell'epoca, accanto alla chiesetta dove pregavano, c'era un piccolo carcere per alcuni di loro.
Nel 1734 con Carlo III di Borbone le isole pontine divennero patrimonio del Re di Napoli e purtroppo inizia la spoliazione del patrimonio archeologico da parte in particolare dell'ambasciatore inglese presente a Napoli. Federico IV di Borbone nel 1772 attiva il ripopolamento dell'isola di Ventotene. Trasporta sull'isola ventotto famiglie provenienti da Torre del Greco, Torre Annunziata, Ischia, Napoli, Amalfi e da Gioia del Cilento. Agli agricoltori viene dato un terreno, la casa e degli strumenti agricoli, mentre ai pescatori le barche e gli strumenti per pescare, con l'impegno che successivamente potevano anche optare per l'agricoltura. Il progetto di urbanizzazione venne seguito da Antonio Winspeare (maggiore del genio militare) e dall'ingegnere Francesco Carpi, che restò a Ventotene per vent'anni e partecipò alla costruzione del carcere sull'isolotto di Santo Stefano.